domenica 22 maggio 2011

LuceOre 22.00

Il mezzo di trasporto- Ssst! Zitti, sentite il vento...
- Vento un cazzo, è la mia gomma! Ma che bici avete preso!?!

Olanda vuol dire bicicletta! Il mio primo sabato libero qui ho deciso di passarlo in primis alla ricerca di una bici di seconda mano per girare la citta' ed i dintorni. Ci sono molti posti ad Amsterdam dove procurarsi una bicicletta, ma decido di seguire il consiglio di Michele e mi reco a Waterlooplein, dove c'e' un mercato dove fra le altre cose si vendono appunto biciclette usate. Waterlooplein e' piuttosto comodo perche' dall'appartamento e' sufficiente prendere la metro M51 in direzione CS (Centraal Station). Sceso alla fermata mi oriento un po': la metro di Amsterdam deve fare i conti coi canali e con le vecchie strade, per cui spesso le uscite non sono esattamente dove ci si aspetterebbe dal nome. Waterlooplein dista circa cinque minuti a piedi, per arrivarci seguo un flusso di persone che ha l'aria di chi sta andando al mercato (o, piu' probabilmente: ho avuto fortuna).

Il mercato non e' gigantesco ma identifico subito, girando, almeno 5 o 6 venditori ambulanti di biciclette. La scelta non e' eccezionale, una bicicletta usata puo' costare dai cinquanta ai duecentocinquanta euro, a seconda del modello e dello stato di conservazione. Io non voglio spendere piu' di cento euro, ma voglio una bicicletta anche scadente ma che sia solida ed in buono stato, e' inutile comprare una bici da 50 euro con la quale non si riescono poi a fare piu' di due chilometri!
Il primo venditore non parla un ottimo inglese, probabilmente e' turco, ha una bici che mi piace abbastanza ma non voglio cedere senza guardarmi un po' in giro. Michele mi ha detto di trattare sul prezzo, quindi la prima cosa da fare e' chiedere quanto costa: 125 euro. Troppo. Assumo un'espressione preparatissima di disinteressato disappunto, una faccia chiamata "Ho Chiesto Quanto Costa Cosi' Per Sapere E Ti Dico Per Il Tuo Interesse Che E' Troppo". L'ho inventata per l'occasione: non ho intenzione di farmi raggirare. Saluto e vado altrove a guardare, il secondo (nordafricani) ed il terzo (indiani) hanno bici interessanti a prezzi simili; non so bene come scegliere, cerco di guardare i copertoni, ruggine, freni, catena... non ho idea di come sapere se per esempio il cambio funziona oppure no, per cui temo dovro' fidarmi. Il resto del mercato vende in gran parte accessori per biciclette, catenacci, fanali, borse e quant'altro; Girando fra i vari venditori ormai mi sono convinto che i turchi sembrano i migliori, quindi ho deciso che spendero' li' il mio studio di "Tratta Sul Prezzo Con Uno Che Lo Fa Per Mestiere E Cultura Da Generazioni".
Tornato dai turchi inizio a guardare ancora la bici, tasto i copertoni, la peso... insomma faccio l'idiota per non sembrare proprio uno che non ha mai comprato una bici usata in Olanda, forse ci riesco o forse no. Comunque la trattativa comincia e dopo un po' di "125 euro e' un po' troppo" e "che mi dici del catenaccio?" riesco a portarmela a casa per 90 euro comprensivi di una catena da circa un metro, nuova. All'ultimo momento mi ricordo dell'altro consiglio di Michele, ovvero di farmi fare una ricevuta! Qua in Olanda le bici hanno un numero di serie stampigliato sul telaio, che serve da deterrente contro i furti: farsi trovare con una bici senza numero di serie o senza una ricevuta d'acquisto regolare... be' nel caso la bici fosse stata rubata non e' una cosa gradevole da queste parti. Quando chiedo al venditore la ricevuta lui non e' stupito; si prende il mio nome e indirizzo, accanto al numero di telaio e tipo di bicicletta. Si segna tutto sia su un registro suo sia sulla ricevuta che mi consegna, insieme al mezzo. Tutto felice esco dal mercato e mi proietto sul mio novello arcione fra le ciclabili ed i canali!

Passano pochi metri pero', e mi accorgo che qualcosa non va: la ruota posteriore non gira come dovrebbe, e' come se fosse storta. Faccio alcune centinaia di metri, forse un chilometro, per esserne sicuro. A questo punto ringrazio di essermi ricordato della ricevuta, torno di corsa dal mercante turco e gli faccio notare la cosa. Lui non si scompone, prende la bici e la esamina, poi mi chiede di aspettarlo li' mentre fa un giro di prova. Torna dopo due minuti, annuendo e dicendomi che ha trovato non uno ma due problemi sulla ruota posteriore e che c'e' da cambiare la gomma; me la mettera' lui nuova subito, ovviamente gratis, ma gli servono una ventina di minuti. Poi sorride e mi dice: "E' importante la ricevuta!". Sorrido, decido di fidarmi e vado a farmi un giro. Quando torno la bici e' perfetta, ringrazio ancora il mercante e questa volta corro senza intoppi per le piste cittadine, schivando turisti su biciclette rosse in fila dietro ombrellini gialli e macchine che ora devono cedermi il passo perche' in Olanda la bicicletta e' il vero padrone delle precedenze! Yuppi!





venerdì 20 maggio 2011

Coccole aziendali...Venerdi' mattina - ore 10.00

Cornetti caldi gratis alla caffetteria per tutti.
Ogni venerdi' mattina.


La frutta fresca invece la si trova alla cucina del piano ogni mattina...

mercoledì 18 maggio 2011

Ingrid"Cioè, uno che ha un amico dentista allora si deve rovinare i denti. E se io avessi un amico patologo cosa dovrei fare?"

Mercoledi' mattina, oggi alle 10.30 ho un appuntamento con Ingrid, la commercialista dell'ufficio. Tonnellate di carta in olandese da leggere, tradurre e firmare. Principalmente si tratta di scelte da fare per la pensione e l'assicurazione aziendale.
In Olanda e' prassi avere diverse assicurazioni: l'assicurazione medica e' obbligatoria, e' accessibile a tutti e prevede un minimo di copertura che e' l'equivalente di quanto otteniamo in Italia con la sanita' pubblica. Chiaramente chi e' sotto un certo reddito e' esentato, ma generalmente i cittadini olandesi si assicurano in gruppo presso il datore di lavoro, pagando quindi molto meno per assicurazioni molto buone. Questo sistema rappresenta anche un'opzione per il datore di lavoro, permettendo di fornire servizi maggiori sotto forma di benefit. Io aggiungo solo la copertura dentistica extra (copre parecchio di piu' ed e' rimborsata). Gli olandesi poi hanno tutti altre due assicurazioni, teoricamente facoltative, che coprono contro i danni a terzi e contro i danni ai contenuti di casa propria. Il costo di queste assicurazioni e' irrisorio, ma pare che da queste parti sia diffuso a tutti i livelli.
L'ultima assicurazione che mi mostra e' quella sui veicoli, chiaramente obbligatoria come in Italia. L'azienda ha anche in questo caso una proposta conveniente per i dipendenti, ma Ingrid mi dice di aspettare fino a quando non dovro' effettivamente portare la Seicento e lo scooter qui.



Quando arriva l'una esco e vado verso Hoofddorp. Non sto piu' nella pelle perche' mi sembra incredibile aver trovato una casa adeguata. Arrivo ovviamente prima delle due ma la receptionist dell'agenzia e' disponibile e mi consegna le chiavi di uno dei due appartamenti, che sono di fronte, in Antje Breijerstraat. Uno dei due lo stanno pulendo in quel momento e di conseguenza mi bastera' bussare alla porta.

Visto che Libe e' in Italia, faccio un sacco di fotografie:

Antje Breijerstraat 6

Tornato all'agenzia blocco la casa con un'opzione fino a mercoledi' 25, cosi' da porterla far visitare anche a Libe, magari insieme a Karin (che sicuramente ha maggior capacita' contrattuale di noi!).
La zona e' molto ben servita e le strade intorno sono piene di vita e negozi (un gigantesco centro commerciale e' a meno di 5 minuti a piedi). Se tutto andra' bene, abbiamo risolto anche questa!

martedì 17 maggio 2011

Primi piccoli amici......iniziano ad affollare il davanzale...

Affittopolis"Ah, io vi consiglio di andare a casa del sindaco, starete più comodi!"

Martedi'. Liran mi invita a pranzo con Marc; in mensa ci raggiungono Marcus, israeliano appena arrivato come me e Thomas.
Thomas e' a capo del gruppo che si occupa del mercato tedesco, e' indiano e vive qui da qualche anno con la famiglia; e' anche la mia fortuna perche' si rivela una miniera di informazioni sulla vita locale, da un punto di vista straordinariamente simile al mio. Chiacchierando a tavola, mentre racconto delle nostre vicissitudini di venerdi' scorso alla ricerca di una casa, Thomas ascolta con interesse. Mi racconta poi che ha vissuto la stessa delusione quando arrivato in Olanda ha scoperto che trovare una casa che abbia un fattore di forma quadrato, come da noi (e da lui) siamo abituati, e' difficilissimo. E quelle case vecchie e malmesse poi! Con stanze piccole e spazio sprecato in ogni angolo... sorride e mi dice di passare da lui, dopo, perche' ha del materiale per me.

Piu' che del materiale, Thomas ha un'informazione molto interessante: una schiera di case dove lui ha abitato fino a qualche tempo fa ha due unita' libere, sono case nuove (2004-2005) ed hanno spazi adeguati alle nostre necessita'. La cittadina dove si trovano e' Hoofddorp, vicinissima sia ad Amsterdam sia a Schiphol (ma senza il rumore degli aerei!) e lui si sente di garantirmi che io e Libe ci troveremo bene, perche' lui e sua moglie sono arrivati li' in una situazione simile. Thomas ha anche informazioni sui corsi gratuiti del comune per l'integrazione e sul child care. Le foto della casa sembrano molto promettenti, quindi chiamo l'agenzia e dopo aver avvisato Liran della mia probabile assenza di domani, prenoto una visita a entrambe le case per mercoledi' alle 14.
Forse le cose si mettono meglio, sul fronte "Vorrei Evitare Di Vivere Sotto Un Ponte"...

lunedì 16 maggio 2011

Il primo giorno di scuola"Ci stanno aspettando! Salta fuori dalle olive e andiamo!"

Lunedi'- che emozione! Doccia, colazione e partenza dall'appartamento entro le sette e un quarto. Arrivo in anticipo perche' con 3 mezzi da prendere non si sa mai... tre quarti d'ora da porta a porta, un tram fino alla stazione ferroviaria di Amsterdam Zuid (leggi: ZAUD), il treno fino a Schiphol (SKIPPOL) ed un bus guidato dal sosia di Gullit. Scendo ovviamente una fermata prima e me la faccio a piedi fino all'azienda.
Sono le 8:22 quando varco la soglia della reception; mi annuncio come un nuovo assunto, probabilmente Liran o Ilana mi stanno aspettando? Le lascio il mio nome e vedo che capita. La receptionist mi dice che Liran non sembra essere arrivato ancora e di aspettare, ma dopo pochissimo torna da me con una piccola compatta digitale e mi chiede di venire un attimo dietro un pannello a fare la foto per il badge; fortunatamente mi sono vestito e pettinato decentemente, stamattina...

Vado in caffetteria ad attendere l'arrivo di Liran, non c'e' nessuno. Il caffe' non ci penso neanche a prenderlo... decido per un te' ma le cose sono piu' complicate del previsto: davanti a me ho una serie di macchinari che fanno cappuccini, caffe', cioccolate calde... poi ci sono tazze e tazzoni, bustine di te', sei tipi di zuccheri (ah, no: uno e' lo zucchero ed il resto sono latte, cremine, miele, edulcoranti...). Finalmente localizzo un apparato che eroga H2O ma ripetute pressioni dei suoi 4/5 pulsanti dalle icone a me incomprensibili mi convincono che la temperatura dell'acqua che esce dal tubo e' assolutamente troppo bassa (come scopriro' a pranzo: temperatura ambiente o inferiore).
A questo punto la fortuna mi assiste, alle mie spalle sento un "Ehi Andrea, gia' qui?" e voltandomi vedo Liran con un'altra persona, ovvero il suo capo, un australiano di nome Marc.
Per la cronaca: ovviamente il terzo erogatore da sinistra della macchina dell'espresso e' configurato per erogare acqua calda. Come ho potuto mancarlo?

Prendo il te' con me e seguo Marc e Liran al primo piano, dove sono i nostri uffici. Marc mi mostra i cambiamenti che stanno facendo agli arredi per salire nella classifica dei "miglori posti dove lavorare" nel mondo; siamo arrivati al primo posto negli USA, al secondo in Svizzera ed al quinto in Olanda, per raggiungere il primo posto anche qui sembra che rinnovare gli uffici possa essere un buon inizio. Ovviamente concordo, anche da noi in Italia (dove partecipare a questo genere di classifiche e' praticamente una seconda natura...) facciamo cosi' per alzare i nostri standard. Decido di cassare l'ironia per il momento: gia' lo sanno che vengo dal paese di Lucignolo.

Salutato Mark, Liran mi trova subito un cubicolo vuoto fra i francesi e gli italiani; il posto e' vicino alla finestra, quindi non lo condivido con nessuno. Accanto a me da un lato ho i miei colleghi francesi e dall'altro gli italiani; davanti a me dietro alla piccola paratia siede Antonio, che gia' avevo conosciuto il giorno del colloquio. Qui tutti sembrano ricordarsi di me o comunque corrono a presentarsi o a presentarmi colleghi. A quest'ora non c'e' ancora molta gente, Liran mi fa conoscere Jennifer, nel cubicolo accanto al mio e le chiede di farmi fare un giro visto che il mio "buddy" Jerome non e' ancora arrivato; Jen e' americana ma e' nel team francese, come me. Giriamo un po' fra le scrivanie incontrando e parlando con tutti i presenti, sono cordialissimi e disponibili; io cerco di fare domande, racconto cosa ho visto e fatto finora e come penso di muovermi in questi giorni. Per quando siamo tornati alle nostre scrivanie ho gia' una valanga di consigli su siti da guardare, posti dove vivere e strade alternative per venire in ufficio. Ma la sorpresa, tornando al cubicolo, e' vedere Liran arrivare con una quantita' di scatoloni contenenti: n.2 monitor full-hd ultra-wide da 24", una docking station per un portatile Fujitsu da paura (per la cronaca, un Lifebook S760), tastiera inglese (ma chiedi quella che preferisci e te la faccio avere), telefono IP, cuffie con microfono per il telefono e per il pc, doppio alimentatore per casa. Il cubicolo e' molto spazioso ed offre ragionevole privacy; Liran mi dice che se mi serve altro non devo far altro che chiedere. Ovviamente.

Il mio pc e' gia' configurato con il mio utente da tre settimane, ed aprendo Outlook trovo gia' 27 messaggi di posta! Ho difficolta' a non andare col pensiero a quanto tempo e' stato necessario, nel mio vecchio ufficio, per avere un pc usato di sesta mano da appoggiare su una cassettiera. Fra le chicche che qualche mio ex-collega potrebbe apprezzare:
- la rete e' aperta: no proxy, no porte bloccate.
- l'utenza del laptop e' amministrativa e l'installazione di software personale e' consentita.
- alle 10.30 ho gia' il badge personale, completamente attivato.
- il Single-Sign-On qui funziona. Davvero.

Liran mi presenta Jerome, col quale avevo gia' pranzato due mesi fa, durante il colloquio. Jerome sara' il mio "buddy", ovvero la persona cui fare riferimento per tutto. Come Liran mi dice di fare, io me la prendo comoda ed inizio a spulciare la rete, configurare il mio pc e genericamente crearmi il mio spazio. Ogni tanto qualcuno arriva e mi presenta altre persone, oppure porta cose da mangiare ed altro (qui si usa molto portare biscotti, torte, frutta... da condividere). Ogni tanto si fa una pausa presso la cucina (attrezzata tanto quanto la caffetteria al piano terra!) - qualcuno si lamenta (italiani, ovviamente) che da quando e' cambiata la persona delle pulizie al piano, la lavastoviglie (?!?) locale non viene piu' fatta andare con frequenza, e quindi ci sono poche tazze pulite. Aahh... certo.

La giornata scorre un po' cosi', verso le 17.30 esco per tornare a casa a schiantarmi sul divano; sto ancora cercando di capire a che diavolo di ora tramonta il sole... alle 22 c'e' ancora luce ed andare a dormire risulta ancora difficile. Mi abituero'.

domenica 15 maggio 2011

Arena"... siamo stati aggrediti da dei polli greci!"

E' gia' sabato e qui durante il weekend non succede praticamente nulla: si' i negozi rimangono aperti spesso sia il sabato che la domenica, ma nessun ufficio lavora e soprattutto niente case da visitare. Decidiamo di fare un giro al grande centro commerciale che abbiamo visto nella vicina Amstelveen, domenica magari andremo in zona Bijlmer Arena per visitare il grosso Prenatal che dovrebbe trovarsi da quelle parti.

Il centro di Amstelveen non da' grandissime soddisfazioni, il supermercato Albert Hejn ha esattamente gli stessi tipi di cibo di quello piu' piccolo vicino all'appartamento. Faccio qualche inchiesta per capire come ottenere un contratto telefonico e scopro per per il momento nisba: devo aspettare di avere un bancomat (qua serve a tutto).

E poi, sono quelle situazioni che non ti aspetti... cioe' quando uno viene dai monti posso capire, ma noi veniamo da Milano, e a certe cose dovremmo pensare prima...
Domenica, dopo una bella passeggiata per il centro a visitare il mercato dei fiori andiamo a mangiare a Oosterpark cercando di captare un po' del sole che trafila dalle nuvolette. Abbiamo gia' notato, in centro, alcune migliaia di persone raggruppate presso i bar, vestite piu' o meno di bianco e rosso; molti si affollano con intenzione per le strade, come se stessero raggiungendo un posto. Il nostro primo pensiero e' che e' domenica e ci sara' una importante partita per l'Ajax, ma la folla e' tanta e sembra seguirci ed aumentare durante il nostro percorso verso Prenatal. Tifosi urlanti pre-partita salgono sul nostro vagone della metro, sono sempre di piu' e piu' esaltati via via che ci si avvicina e a questo punto siamo abbastanza sicuri di quanto abbiamo temuto negli ultimi minuti: Bijlmer Arena non e' altro che lo stadio di Amsterdam!
Scendiamo dalla metro una stazione prima (per sbaglio) e seguiamo la folla che si ammassa sempre piu' abbondante verso gli ingressi, ci sono cordoni di polizia ovunque ed il classico odore di panini, che man mano ci avviciniamo diventa sempre piu' odore di birra. Ci sono lattine e bottiglie vuote praticamente dovunque, come se migliaia di persone avessero campeggiato li' per ore e ore. Ci sentiamo due cretini per non aver anticipato la possibilita': avremmo dovuto venire ieri che era sabato!
Sentiamo i battiti e le urla dei tifosi, la partita iniziera' a momenti e centinaia di persone sono ammassate sugli ingressi, ma dentro devono essercene gia' almeno quarantamila; molti non possono entrare e si contentano di guardare la partita sugli schermi dei baretti vicini, ascoltando i rumori che arrivano dall'Arena.
Facciamo slalom fra bottiglie di birra e tifosi gia' ubriachi ed iniziamo a cercare il Prenatal, l'ultimo posto dove avremmo immaginato di trovarlo e' ovviamente anche il piu' ironico: il negozio e' incuneato dentro lo stadio, proprio sotto una curva. I rumori e le vibrazioni dello stadio sono cosi' forti che sembra di esserci in mezzo, come in effetti siamo!

Appena entrati localizziamo la zona passeggini, e Libera vede subito il modello che stiamo cercando. Sembra solido e comodo, una commessa si avvicina ma viene allontanata col solito "vorremmo guardare un po', prima, grazie"; ho paura di averla offesa e cosi' dopo un po' decido di chiamarla per darle soddisfazione e magari farmi vedere come si chiude il passeggino e quanto spazio occupa da piegato. E' una buona mossa perche' scopriamo con disappunto che con ogni probabilita' nel bagagliaio non entra, colpa delle ruote grandi che Libera pero' ricorda di aver sentito dire che si possono rimuovere facilmente. Purtroppo la commessa, offesa o no, non e' di nessun aiuto e sembra non fare una mossa a meno di esserci obbligata, quindi l'inchiesta sulle ruote rimovibili ed il test di infilaggio nel bagagliaio sono rimandati a quando Libera potra' andare in 600 al negozio italiano.

Rientriamo a casa sul presto cercando di arrivare prima della fine della partita, anche perche' sembra chiaro che l'Ajax sta vincendo e che la partita le varra' il campionato. I festeggiamenti dureranno parecchio e saranno alquanto piu' intensi dei preliminari visti finora!
Facciamo del nostro meglio per cucinare una cena decente con quello che abbiamo, dovro' abituarmi per questo mese ad avere piastre ceramiche e pochi attrezzi da cucina (una sola padella???). Sono un po' teso per domani: il mio primo giorno di lavoro!

sabato 14 maggio 2011

Day One
"Avete vinto voi, ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice"

Amsterdam. L'appartamento è una favola. C'è quasi tutto a parte il cibo, ma un paio di rapide gite all'ipermercato qua dietro hanno colmato la lacuna. L'arrivo, ieri sera 12 maggio, non è stato dei più facili; dopo un tranquillissimo viaggio aereo su Rotterdam abbiamo preso due treni per Schiphol e Amsterdam Zuid ed abbiamo camminato fino a casa, solo per scoprire (all'alba delle 20.30) che avevamo sforato di mezz'ora l'orario di reception. Chiamiamo il numero sulla porta a vetri e mentre Libe va a fare un po' di spesa io ho attendo l'arrivo del receptionist d'emergenza (pare chiudessero alle 20) che mi fa entrare e mi consegna le tessere d'accesso all'appartamento. Per le 23 abbiamo finito di mangiare e stiamo andando a dormire. Il letto è così grande che ha quattro cuscini. Uno accanto all'altro. Forse pensano che faremo il bunga-bunga?... tsk... stereotipi...

Venerdì mattina, doccia e colazione, alle 8.30 puntuale Karin viene a raccoglierci in strada. E' di una cordialità disarmante ed in brevissimo tempo facciamo amicizia. Il primo appuntamento della giornata è presso l'ufficio delle tasse, dove in un lampo acquisisco un codice fiscale (sofinummer); altro rapido giro in auto e siamo alla sede della ABN-AMRO dove un efficentissimo impiegato, guidato dalla nostra ospite, mi apre un conto corrente, mi richiede un bancomat ed una carta di credito; riceverò tutto in breve tempo, il conto è attivo subito. Inutile a dirsi, da queste parti le commissioni per le operazioni, bonifici, carte ecc... non esistono.
A questo punto saltiamo di nuovo in macchina con Karin alla volta di Haarlem per incominciare la parte che più aspettavamo: il giro delle case!

Prima di incontrare Desirée, l'agente immobiliare locale, ci fermiamo ad un caffè per un po' di informazioni supplementari; qualche opuscolo utile, un paio di libri per "expat", alcuni consigli per il trapasso dell'auto e dello scooter. Il pezzo più interessante è sicuramente un librone che Karin affettuosamente chiama "la Bibbia" e che contiene sotto forma di domanda/risposta una quantità di informazioni pratiche sull'Olanda, dalle tasse al comportamento da tenere con gli ospiti a cena. Dopo un tè sul canale la nostra agente arriva e subito ripartiamo per visitare la prima di tre case nella sua zona.
La prima casa è un mezzo disastro; scopriamo che è disposta secondo uno stile che qui va molto negli appartamenti: le camere (striminzite) si aprono subito a destra e sinistra, dopo un inutile ingresso che comprende anche bagno e gabinetto (separati, secondo lo stile locale). Proseguendo si entra in un salottone oblungo, che affaccia da entrambi i lati e comprende anche la cucina. Insomma spazio buttato dalla finestra ed interni un po' scadenti. Sono un po' depresso da quanto vedo, temo possa essere tutto quello che l'Olanda ha da offrirci.
Il secondo appartamento non è migliore del primo: in centro città, la prima cosa che ci si presenta davanti è un'infinita scala ripida e stretta, non esattamente comoda con un bimbo in braccio e men che meno una carrozzina. Karin ci informa che gli olandesi adorano le scale ripide. Fantastico.
Il terzo appartamento ci mette in difficoltà: è bellissimo e costa poco, un giardinetto magnifico, capanno degli attrezzi abitabile, stanze quasi decenti ed una bella cucina. Purtroppo è talmente fuori zona da avere un solo autobus di linea per collegarci al mondo. Scartato.

Salutiamo Desirée e partiamo da Haarlem alla volta di altri territori, più ad ovest. La prima tappa, a circa tre quarti d'ora dalla nostra posizione, è Katwijk, a uno sputo dall'ESA. Fil ne sarebbe entusiasta.
A Katwijk incontriamo Thomas, che ci fa subito entrare in un terribile bilocale lì accanto: delle mega vetrate in tutte le stanze danno sull'esterno, ovvero sulla pubblica via. Karin continua a ridacchiare del fatto che ogni casa in cui andiamo possono mancare cose come il forno o il frigorifero, ma la lavastoviglie c'è sempre... forse è stato un errore raccontarle "La Mia Personale Tragedia Per Aver Comprato Una Lavastoviglie Meno Di Due Mesi Fa". Thomas non capisce e commenta: "Bè meglio che ci sia, no?". No, Thomas, è meglio di no...
La seconda casa è quella che più ci intriga; molto ben collegata e comoda coi servizi, è all'interno di una scuola elementare di Voorhout. La casa è grande, su due piani. Al piano di sopra c'è l'ingresso, un bagno e due stanze; le scale portano al piano di sotto dove la rampa separa la zona cucina dalla zona giorno. Sempre al piano inferiore si trovano un altra stanzetta, ben illuminata, ed un bagno di servizio. Il tutto è al secondo e terzo piano dell'edificio, la porta d'ingresso dà su un corridoio interno, ben illuminato da una vetrata sul soffitto; dal corridoio si può vedere la scuola sottostante. Scherziamo sulla possibilità di mollare letteralmente i figli a scuola dal ballatoio; io penso al fatto che con tanta vita intorno il periodo iniziale sarà meno difficile e noioso. Certo non ha giardino, è esposta a nord-est e non ha nemmeno un balcone.
Un altro viaggio ci porta a Lisse, per l'ennesima casa dello stile striminzito della prima. Le nostre facce parlano da sole e quindi si riparte verso l'ultima destinazione della giornata: Hillegom. Disastro. La casa è uno schifo, con una mini-cucina nell'ingresso e lavabi nelle stanze.

Sono un po' demoralizzato ma le due case belle viste in giornata fanno sperare che si possa, cercando, ottenere qualcosa di nostro gradimento. Dopo una breve sosta per riposare, Karin ci riaccompagna all'appartamento, cordiale come sempre; ogni singola cosa che dice è un'informazione per noi preziosa sulla vita in Olanda, penso che se fossimo stati soli in questa avventura non avremmo concluso in una settimana neanche la metà di quanto Karin ha risolto in una giornata.