mercoledì 29 giugno 2011

Torna a casa, Nando- Tutto c’hanno rubato! Tutto! E adesso cosa facciamo? Rimaniamo qua come quattro fessi sull’isola?
- Mai fidarsi dei Turchi.
- Che cazzo ridi prete! Non abbiamo più neanche un’arma. Come facciamo a presidiare l’isola? Potevi dircelo prima, no?

Avrei voluto mantenere questo blog sempre su una linea positiva, ed ammetto che per un attimo ho temuto di non riuscirci. Voglio dire, nessuno immaginava che l'Olanda fosse il paese dei balocchi (anche se ogni tanto qualche dubbio viene!) pero' era mia convinzione che le brutte sorprese sarebbero state piu'... delicate.

Tutto comincia lunedi' mattina, quando andando al lavoro scopro di non riuscire ad inserire la chiave nel blocchetto d'accensione dello scooter; qualcuno ha palesemente infilato un cacciavite a taglio nel cilindro, forse sperando di poterlo attivare tanto ingenuamente. Bestemmio un po' e verificato che il bloccadisco e' ancora a posto mi sposto verso la pensilina degli autobus; dovro' cercare un nuovo blocchetto d'accensione perche' se non riesco a sbloccare lo sterzo non posso neanche muovere lo scooter via da li. Vado in ufficio nervoso ma insomma tutto fa pensare semplicemente ad una ragazzata od un piccolo atto di vandalismo. Mi viene in mente che il People 250 non e' diffuso in Olanda (non ne ho visto neanche uno) e dato che i miei salgono su venerdi, forse e' piu facile (ed economico) trovare il pezzo in Italia e farmelo portare su, con papa' riusciro' di certo a smontare il vecchio blocchetto e sostituirlo con il nuovo. Quindi ogni mattina ed ogni sera passo davanti al vecchio Nando e per qualche giorno e' tutto ok, finche' giovedi' mattina il mezzo e' sparito; chiedo in giro se qualcuno ha visto qualcosa, ma niente: lo scooter e' stato chiaramente sollevato di peso e portato via con un furgone senza che nessuno si accorgesse di nulla. Penso subito che possa essere stato rimosso da polizia o addetti del comune, quindi corro verso il comune e chiedo spiegazioni: mi dicono che si, il comune fa questa cosa ma solo dopo dieci giorni di fermo (con cartello attaccato sopra), quindi loro non l'hanno.
Nel frattempo ha iniziato a piovere, passo da casa a prendere la bicicletta e corro in polizia per vedere se l'avessero loro o quantomeno per fare denuncia di furto. La polizia non ha preso lo scooter, ma si offrono di controllare il deposito comunale piu tardi, nel caso il comune si fosse sbagliato - mi chiameranno loro.
All'una la polizia non ha risposte e mi consiglia di fare denuncia, a volte i mezzi vengono ritrovati. Io ho poca fiducia ma non voglio abbattermi o peggio: per scoramento non acquistare il biglietto di questa lotteria che, seppur con poche chances, puo' sempre essere vinta...

Ora i pezzi del puzzle vanno finalmente a posto nella mia testa: lunedi' mi bloccano lo scooter, martedi' controllano che io vada in ufficio, mercoledi' mattina Libe parte per l'Italia e mentre io sono al lavoro, in piena luce e sapendo di non essere controllati, un paio di ladruncoli organizzati con un veicolo adatto vengono e rimuovono il mezzo fermo; potranno riparare il blocchetto con calma nel loro garage e rivendersi lo scooter con targhe false all'estero, magari in qualche paese dell'est. Ammetto che un po' di pessimismo inizia a farsi strada, chiunque abbia subito un furto simile sa quanto sia deprimente.
Venerdi' sera arrivano i miei, faccio del mio meglio per passare un weekend senza pensarci troppo.

Mercoledi' mattina, esattamente una settimana dopo, ricevo una telefonata dalla stazione di polizia di Hoofddorp: lo scooter e' stato ritrovato ed e' stato trasportato in un magazzino di Abbenes, a sud-ovest della citta'. Non riesco a crederci, chiamo Liran che come sempre mi dice: "corri e non preoccuparti". Fortuna vuole che a ritrovare lo scooter sia stato un meccanico di un'azienda di rimozioni, per un centinaio di euro mi riportano Nando a casa. E' proprio lui, e' stato "trasformato" in un cinquantino, con tanto di targa falsa. Mancano la targa italiana, i documenti, bauletto, portapacchi, uno specchietto ed il parabrezza; qua e la pezzi di scotch cercano invano di nascondere i segni di riconoscimento, la scritta "People 250" e' stata privata del numero ed il blocchetto di accensione, lungi dall'essere stato sostituito, e' stato adattato per l'uso con un cacciavite.


Il mio primo pensiero e' portarlo dentro il giardino, coprirlo con un telo ed aspettare che Libe in Italia faccia rifare i documenti e la targa, poi con calma lo riparero' e lo riportero' alle vecchie glorie. 

Visto? Nonostante tutto (o forse grazie ad un buon karma? :D) sono riuscito a mantenere una linea positiva e rileggendo queste righe fra qualche tempo ricordero' la lezione imparata ("mai fidarsi dei turchi!") ma anche che, in fondo, l'Olanda continua ad essere generosa con noi.

mercoledì 22 giugno 2011

Day after- Potremmo essere osservati, cerchiamo di fare una figura dignitosa! Un minimo di grinta! Cantare con un minimo di grinta! Dai, forza, dai! Anche tu acciugone mi sembri un’anguilla morta! Ma cerca di tirar fuori i maroni! Ma dove ce li hai i maroni! Un minimo! Parapà, parapà, parapàppappappapà!

La mattina del trasloco poi e' andato tutto abbastanza bene; Semil e compagnia hanno scaricato tutto senza far troppi danni, e se la sono cavata effettivamente in tre ore e mezza scarse. Il casino che hanno fatto e' stato utile a farmi conoscere il nostro vicino-ino (gia' ribattezzato incerimoniosamente "Flanders") ed una coppia di italiani che abita poco piu avanti. Libe e' arrivata la sera dopo, quando solo un paio di mobili (fra cui per fortuna il letto, schiena ringrazia) erano stati montati. Il caos regna sovrano e piu' di una stanza risulta praticamente inagibile per scatoloni o pezzi di mobili incellofanati contro le pareti. L'assenza di tende e' in parte mitigata dalla quantita' di materiale davanti ai vetri e l'accensione del frigorifero (vuoto) contribuisce a rassicurare il mio bisogno di "casa".

Il tempo e' tiranno: devo andare al lavoro e sistemare una casa di quattro piani e' una bella impresa, Libe non puo' (non deve) spostare casse e pezzi di mobili da un piano all'altro ma sistema le cose al loro posto per quanto possibile. In pochi giorni i libri arrivano sugli scaffali e la cucina conquista una dispensa. La mia dieta di lavoro si arricchisce di ben tre lasagne e siamo gia' stati all'IKEA per guardarci intorno (qui ce ne sono due, ad Haarlem e all'Arena). La prima gita "svedese" ci vede di ritorno con le tende della camera da letto ed i binari per le stesse, che sono state momentaneamente sostituite da lenzuola bicolor (per un simpatico effetto disco). I giorni vanno veloci, ogni sera ci organizziamo fra un'uscita per la spesa o una pizza presa da Rosario, il clima purtroppo non e' molto clemente e piovicchia quasi sempre - una vera sfortuna per Libe visto che fino a prima del suo arrivo abbiamo avuto un tempo ottimo. La casa cresce un po' ogni giorno, noi facciamo esperienza dei nostri dintorni con qualche sorpresa piacevole e qualcuna bruttarella, ma il bilancio rimane positivo. In breve e' ora per Libe di tornare in Italia per riprendere il suo lavoro, ma rimarro' solo per poco: venerdi' sera infatti arriveranno i miei con la nostra Seicento ed i gatti, che dopo due mesi di villeggiatura dai "nonni" finalmente arrivano nella loro nuova casa.

lunedì 13 giugno 2011

Mamma li egizi- Abbiamo avvistato imbarcazione battente bandiera rossa.
- Minchia i Russi!
- Non era proprio russa, aveva… ha presente un po’ quella dei turchi?

Lunedi' - giorno di tante cose da fare prima della partenza. Dopo un'ultima sistemata ai gatti prendo la Panda ed inizio i miei giri. La prima sosta e' al negozio dove abbiamo preso i collari a pettorina dei gatti: sono troppo piccoli per le due bestie e devo cambiarli con la misura piu grande. Serviranno durante il viaggio di fine mese, quando i mici saranno liberi nel retro della Seicento: in caso fosse necessario aprire dietro sara' piu' facile acchiapparli. Segue l'obbligatoria tappa da Decathlon per acquistare due paia di scarpe in sostituzione dei brandelli di stoffa e plastica che porto ai piedi da troppo tempo.
Alle dieci e mezza ho finito le corvees e mi dirigo verso il mio vecchio ufficio; con la scusa di portare la ricevuta della liquidazione faccio una sosta di un'oretta per qualche chiacchera ed un caffe' coi vecchi colleghi. Vorrei salutare tutti e rimanere ancora, ma il tempo e' tiranno ed ho un appuntamento a pranzo con Libe a Cavenago. Fa strano muoversi cosi' per il milanese, mi sento un po' straniero anche se non ho mai considerato la distanza fra Amsterdam e Milano come "internazionale"; in fondo le differenze culturali sono notevoli (e' letteralmente un altro paese!) ma un qualunque weekend si puo'scendere in Italia in un tempo paragonabile a quello necessario per andare da Milano a Napoli. Con Libe pranziamo in una trattoria del posto, io mi faccio una pasta al pesto ed un secondo di crudo e zola; non che non se ne trovino in Olanda, ma sono settimane che mangio quel che capita. Rientrati in ufficio da Libe prendiamo un caffe' e ci salutiamo: lei scendera' solo mercoledi' sera a trasloco avvenuto.
Rientro con calma verso Monza per farmi accompagnare all'aeroporto di Malpensa; il volo di rientro passa tranquillo, appena sceso a Schiphol mi dirigo verso il bancomat dell'ABN-AMRO per prelevare la prima tranche di soldi da dare a Semil mercoledi. E' l'ultima cosa che devo fare prima di trovare un posto dove mangiare un boccone e tornare a casa. Sono quasi le nove si sera ed a Hoofddorp e' facile che sia tutto chiuso per quando arrivero'. Controllo il telefono e trovo una chiamata da un cellulare italiano effettuata mezz'ora prima, quando ero in vol; sono curioso perche' questo significa che non puo' essere stata Libe a chiamarmi (ne' mia madre). Richiamo io il numero, risponde Semil con il suo italiano stentato:


- Pronto, chi e'? Ho ricevuto una telefonata mezz'ora fa da questo numero...
- Si' ciao sono io
- "Io" chi?
- Si' no sono Semil, tu dove sei?
- Io sono ad Amsterdam, sono appena atterrato... ma...
- Eh io.. non e'.. cioe' sono dovuto tornare indietro perche', capito, da Svizzera quatro camion mi ci volevano... io sono andato, no? Poi da Como sono dovuto tornare indie... perche' co due camion no, quatro perche' due pesa troppo. E io non e' che posso con quatro camion, no?


Sbiancamento del sottoscritto. Routine di emergenza nel mio cervello che si attivano.


- Ok Semil, ma ora dove sei?
- Eh sono qui, no no tranquillo sono davanti casa tua.


tranquillo un cazzo.


- Ma "casa mia" a Lissone?
- No, a Amsterd.. a Hoofdorp... tu dove?
- Ma io sono all'aeroporto! Sono appena atterrato! Stavo andando a mangiare...
- Noi possiamo scaricare, no?
- No, aspe'... Semil ma io vi aspettavo per mercoledi'... cioe' io domani devo lavorare... ho spostato tutto a mercoledi' perche' tu mi hai detto...
- Ok, no e' va bene, noi e' qui, tu viene quando?


Le routine di emergenza iniziano a fare effetto.


- Ok, Semil aspettate li, io fra venti minuti mezz'ora sono li' e poi vediamo.


Quindi in qualche modo magico due furgoni che dovevano passare per la Svizzera sono passati altrove, invece di arrivare martedi' sera sono arrivati un giorno prima facendo il giro piu' lungo; ora i suddetti furgoni sono sotto casa mia (dove non possono rimanere) pieni della mia roba. Domattina io dovrei andare in ufficio, e mercoledi' pomeriggio aspetto l'omino della caldaia e quello della cucina.
Dopo la telefonata d'obbligo a Libe per informarla e decidere la strategia da adottare con Semil arrivo a casa; effettivamente ci sono due furgoni sul marciapiede e quattro egiziani che passeggiano. Semil mi spiega (o meglio: crede di spiegarmi) che il peso era eccessivo per passare dalla Svizzera, quindi ha fatto il giro (non e' chiaro se per il Brennero o per Venezia) e a quel punto poteva tranquillamente viaggiare lunedi' ed allora eccoci qua.


Spiego a Semil che:
1) grazie a lui non cenero'
2) doveva chiamarmi domenica, quando ha avuto questo colpo di genio.
3) io mercoledi' devo prendermi mezza giornata per causa sua, quindi se vuole scaricare domani deve finire entro l'una, perche' solo cosi' potro' andare in ufficio mezza giornata per compensare quella di mercoledi'.


La cosa lo aggrada, dice che non c'e' problema e chiede la strada per Amsterdam, dove dormiranno. Concordiamo di cominciare martedi' mattina alle 7.30. A questo punto potrei andare a casa, ma decido che in fondo c'e' ancora un sacco di luce ed ho fame. Forse la pizzeria di Rosario e' ancora aperta e mi dirigo in quella direzione, trovando pero' solo la pizzeria/kebabberia dei turchi che fingono di essere italiani (sempre che la bandiera dei turchi non sia verde, bianca e rossa...). Con mia sorpresa la pizza me la fanno al momento e me la porto a casa, dove scopro che e' assolutamente passabile e commestibile! Rinfrancato da questa scoperta mi accascio sul materasso gonfiabile ed attendo la mattina dopo.

domenica 12 giugno 2011

Salto nel buio- Pronto? Qui monastero! Pronto Garibaldi, mi sentite?
- Qui Garibaldi, passo.
- Missione portata a termine! Nessuna perdita, nessun contatto col nemico, la situazione è sotto controllo. Attendiamo nuovi ordini. Passo.
- Precedenza assoluta su precedenza assoluta. Ordine superiore di super Marina: siamo in missione. Da questo momento inizia il silenzio radio. Passo e chiudo

Quindi anche stavolta si vola Easyjet, nonostante il mio categorico rifiuto. E per questa ragione sono le 23.30 quando Libe mi accoglie a Malpensa venerdi' sera. Il training e' finito nel primo pomeriggio, ho passato il resto della giornata a sistemare casa e prepararla per l'arrivo dei traslocatori mercoledi' 15; il primo piano prevedeva di arrivare il 14 mattina coi mobili, ma il fatto che in Svizzera lunedi' e' festa ha rovinato i nostri piani: i camion non potranno passare la dogana e pagare 660 euro ai taglieggiatori gruviera, quindi si sposta a mercoledi' mattina. Sempre nel pomeriggio sposto da martedi' a mercoledi' gli appuntamenti con i tecnici della cucina e della caldaia, che devono sistemarmi alcuni dettagli come previsto dal contratto di affitto.

Arrivato a Lissone mi accascio sul divano, la mattina dopo aspettiamo Semil e i suoi egiziani alle 8.30; Libe ha prenotato i posti auto sotto casa presso i vigili ed io devo ancora smontare i lampadari di alcune stanze.
Gli egiziani arrivano abbastanza puntuali, piazzano i due camion sotto casa e Semil comincia a dirigere il traffico di energumeni (4 o 5, non siamo sicuri) che in meno di 4 ore portano via e caricano sui due mezzi l'intero contenuto dell'appartamento, compresa una pausa di almeno mezz'ora durante la quale spariscono del tutto, non si sa bene dove. A questo punto, senza aver mosso un dito (come d'altra parte Semil, che non ho visto alzare una scatola!) siamo spossati e senza un divano per stravaccarci. La casa contiene un minifrigo, i fuochi, due sedie coi braccioli, un tavolino pieghevole ed un letto monopiazza; quanto servira' a Libe per sopravvivere ancora un mese. Il resto del sabato passa a pulizie e poi cena a Monza dai parents, dormiremo li' da loro quando siamo qui tutti e due, visto che hanno posto; poi mi fa piacere stare coi gatti che non vedo da secoli, con la conseguenza che Medina fugge a nascondersi ogni volta che sono in giro. In due notti non e' venuta a dormire da noi (a differenza di Vincent) e questo e' alquanto inusuale per lei.
Domenica sera un po' di vita; andiamo alla festa di fine anno della scuola di Capoeira di Libe, un'oretta di roda e poi cena a buffet - insomma facciamo finta che casa nostra non sia impacchettata nei furgoni degli egiziani in viaggio per l'Europa, che non ci aspetti un lavoro folle per rimettere tutto a posto e giorni passati in aerei e furgoni fra l'Italia e l'Olanda. E soprattutto non sospettiamo assolutamente che avremmo dovuto affidare il compito di traslocarci la casa a qualcunaltro. Chiunque altro. Gambadilegno, Pippo, Paperoga... chiunque...

lunedì 6 giugno 2011

Perfetto.


Perfetto. 
Domani la GVB, sciopera per tutto il di'...
Il che significa che domattina dovro' scarpinare attraverso Aemstelpark fino a Zuid.
Ovviamente piovera'.

domenica 5 giugno 2011

Il dittatore dello stato libero di Bananas"A noi ci ha rovinato il Cristianesimo, intendo dire come cultura. Una volta avevamo le terme, i massaggi. Adesso che abbiamo? Le pizzerie."

No, non sto parlando di Big B. Dai va bene che e' un dittatore, a suo modo; ma non e' mica l'unico! Perche' a ben guardare, a poca distanza dal Grazioso Palazzo di Lui, c'e' un vero e proprio re, padrone di uno staterello fuorilegge che mai si fa gli affari suoi.
Il re assoluto per imposizione divina di questa cittadella che sfrutta alcuni trattati antidiluviani per farsi i fatti suoi sul territorio italiano e non solo, quest'oggi davanti a quattrocentomila persone e sempre in favore di telecamera ha ben pensato di rinnovare i suoi insulti impuniti verso una gran quantita' di persone che ha come unica colpa quella di non seguire i suoi ridicoli precetti medioevali. Quello che pero' fa piu' rabbia, e' il fatto che il potere di questo vecchio retrogrado e sessuofobo sembra provenire in gran parte dai giornali e televisioni che riportano ogni scoreggia gli esca dalla bocca: ho cercato invano sui giornali olandesi un trafiletto, magari solo online, con le parole di Ratzinger da Zagabria. E non penso sia un caso che nel paese dove all'anagrafe ti chiedono se sei "celibe", "sposato" o "altro", non facciano molto caso alle risibili affermazioni (quando non razziste od omofobe) del dittatore di un finto stato che sopravvive di estorsione ai suoi seguaci o grazie all'evasione fiscale. Affermare che chi non si sposa e convive, magari con figli, "riduce l'amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita" e' uno squallido insulto verso chi, a differenza degli impauriti cattolici suoi sudditi, costruisce delle vere relazioni basate sul rispetto reciproco e non sulle clausole di un contratto. Potrei anche aggiungere che la piu' lampante chiusura alla vita di cui si abbia notizia ai nostri giorni e' quella di una chiesa che impone il celibato ai suoi sacerdoti (sappiamo tutti con quali eccelsi risultati). Sempre dall'alto della sua esperienza di prima mano, il pastore tedesco non manca di comunicare alle famiglie (quelle composte da moglie e marito, si suppone) di gioire quando nasce loro un figlio, perche' il belpaese e' ricco di asili nido, di mutui a tasso zero e di posti di lavoro a tempo indeterminato per le neo-mamme e tutte quelle donne che, ancora senza figli, possono contare su datori di lavoro che non discriminano minimamente le ragazze temendo possano entrare in maternita'.  A questo fine, l'uomo che fa sembrare il presidente iraniano un fine diplomatico, chiede al governo italiano di legiferare con "provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli". Ora, di quest'ultima affermazione mi spaventano tre cose: la prima e' il concetto di "famiglia" gia' piu' volte espresso da Ratzinger e dalla sua chiesa, ovvero l'unione registrata fra un uomo ed una donna. Poi la questione del "generare ed educare" i figli; educare i figli per Ratzinger (e lo dice subito dopo) significa il lavaggio del cervello per inculcare nei giovani il concetto dell'esistenza del magico e di un potere supremo (che fa capo guardacaso a lui); non sta parlando certo di scuola pubblica insomma. In ultimo trovo preoccupante il fatto che le affermazioni di Ratzinger siano rivolte, seppur parli da Zagabria, al governo italiano. Questa e' l'ennesima prova dell'ingerenza del Vaticano negli affari privati del nostro paese, che e' laico per costituzione; e non e' sostenibile che simili parole potessero essere rivolte in generale ai governanti di tutti i paesi del mondo. 

La prova di questo e' che dove vivo, in Olanda, non c'e' bisogno di dare ascolto a simili fesserie: abbiamo l'istituto della "partnership" per chi (chiunque!) viva sotto lo stesso tetto come una famiglia: questo serve a garantire gli stessi diritti pratici delle coppie sposate a chi sposato non e'. La maternita' non e' un problema per i datori di lavoro e ci sono scuole in ogni quartiere per soddisfare le esigenze di tutti i bambini. Nel mio ufficio ci sono tante donne quanti uomini, e raccontare che in Italia una maternita' puo' significare la perdita del lavoro, da queste parti provoca scandalo e disgusto; eppure l'ho visto succedere tranquillamente a piu' di una conoscente. Quindi forse l'insigne illuminista (nel senso che e' fermo al '700) dovrebbe occuparsi meno di spaventare la gente con sciocche favole soprannaturali e provvedere a vendere i suoi paramenti dorati e magari anche le sue scarpette rosse di Prada.
Magari ci paga la maternita' a qualche giovane madre disoccupata.

Rembrandt"Il tenente è su che affresca. Noi qua al caldo, lui su che affresca."

Uno si rende conto di quanto e' dipendente dalla tecnologia solo quando gli viene a mancare. Ma mica parlo di Internet o della calcolatrice tascabile... no, non parlo neanche del metro avvolgibile (quello ce l'ho). Io sto parlando della sedia. O della scala. O del manico allungabile per verniciare, per esempio.

Quando giovedi' ho cominciato a dipingere le pareti di casa (leggi: almeno quella c...o di parete verde) pensavo di essermi procurato il necessario... ovviamente "il necessario" dovrebbe comprendere anche una quantita' di cose che siamo abituati ad avere in casa e che ovviamente diventano abbastanza importanti. Avete mai girato per casa cercando una forbice? Ecco, ora immaginate di fare lo stesso ma sapendo con matematica certezza che in tutta casa non c'e' neanche l'ombra di una forbice o un coltello o un cacciavite o nulla di simile. Con sconforto sabato mattina mi sono approcciato nuovamente ai muri di casa. Ho deciso che per non fare danni inutili mi limitero' a dipingere quanto e' in mio potere di fare da qui a venerdi' 10, data della mia partenza per l'Italia per il trasloco. Quindi no soffitti (almeno in sala & cucina) e solo la camera da letto matrimoniale. La camera per prima offre notevoli sfide: il soffitto (in legno, quindi da non dipingere) parte da due metri e 35 vicino alle finestre e sale fino a qualcosa come cinque metri e passa. Nessun problema: parto dal basso e poi...  ....e poi una cippa, perche' senza una scala non posso avvicinarmi a sufficienza per fare il bordo col soffitto! Quindi rullo sul manico e fai bene attenzione e non sporcare in alto! Ovviamente il manico allungabile dura solo un giorno, sabato a ora di pranzo e' gia' rotto al punto che si puo' usare solo per la lunghezza di un manico di scopa: buono ma non sufficiente per tutto. Per le 12.30 di sabato ho ottenuto i seguenti risultati: il manico allungabile e' solo manico (ma e' multiuso grazie all'attacco universale con scopa & mocio), la casa e' sporchissima, lo stomaco langue ed il bianco depositato giovedi' sulla parete verde e' stato riconquistato da quest'ultimo grazie al tradimento della vernice odierna, che si e' fatta corrompere da un eccesso d'acqua.

Decido di staccare, dati i grandi successi, e di andare a procurarmi del cibo al centro commerciale di fronte, magari farmi un giretto per negozi. Dopo essermi cambiato in cinque minuti sono davanti al Blokker, catena di negozi di casalinghi vari; qui trovo Michele con sua moglie, sono venuti a fare un giro per procurarsi un barbecue. Sembra che questo weekend l'intera Olanda si stia preparando ad arrostire costolette sulle braci: da tutte le parti vedo gente che acquista griglie e ragazzini in bici con sacchi di carbonella sul portapacchi. Io purtroppo sono a dieta, quindi mi contento di un menu al Burger King.

Avrei dovuto prendere delle sedie. Ci ho pensato dopo, quando era troppo tardi: le 17 insomma. Perche' qui il sole tramonta alle 22, ma alle cinque e' gia' notte fonda per i negozianti. E' che dai per scontato di avere dove sederti, in casa. Come ti sembra normale avere qualcosa su cui salire per, che so, attaccare dello scotch in alto... rimpiango dolorosamente il residence, ma ho deciso che sarei rimasto a casa il weekend, per sfruttare al massimo le ore di lavoro; e' una bella giornata di sole e quindi continuo a dipingere dove e' possibile. Alle sei e mezza ho esaurito la superficie verniciabile e mi preparo per la sera; gonfio il materasso che Libe mi ha fatto avere settimana scorsa ed esco ancora alla ricerca di una pizza. La mattina, andando da Karwei in bici (una specie di Leroy Merlin in minore, tranne che per i prezzi) ho notato una pizzeria italiana gestita da italiani (una rarita', nel campo della ristorazione...). Dato che non sono un turista ho deciso di integrarmi in maniera classica, ovvero facendo conoscenza con la locale comunita' di compatrioti; quale migliore inizio della pizzeria "da Rosario"?



Domenica mattina. Piove. Governo ladro (anzi: famiglia reale ladra). Riesco a dare una mano di vernice, credo di aver finito la camera da letto, pulisco un po' e raccolgo la mia roba. Per mezzogiorno sto camminando sotto la pioggia verso la pensilina dell'autobus. Con questo tempaccio la vernice non asciughera' mai da permettermi un'altra mano, e rischierei solo di far danni; meglio aspettare un paio di giorni e passare di sera a dare un'occhiata.

mercoledì 1 giugno 2011

Check-in- Ma perché urli sempre sergente Lo Russo? Dai una mano piuttosto!
- Il sergente Lo Russo urla quando gli pare a lui, perché da che mondo è mondo il sergente è una persona che urla! E’ chiaro? E’ chiaro?!?

Smontare un'intera casa, impacchettare tutto per il trasporto, decidere cosa buttare (poco ma non finisce mai) e cosa tenere "Perche' Non Si Sa Mai" (a questo punto: tutto!). E poi entrare nella casa nuova, pulirla, procurarsi il materiale e verniciare tutte le pareti. Nel mentre si fa tutto questo uno dei due sta facendo i conti col nuovo lavoro e l'altra sta mettendo insieme la futura progenie. Il concetto e' che non ce l'avremmo mai fatta senza l'aiuto dei nostri genitori in Italia (special guest: lo zio Ettore) ed il supporto tecnico (ben pagato, anche se non da noi) di Karin e Caroline in Olanda.

Dopo un weekend italiano speso coi suddetti a smontare ed incellofanare via Galilei, mercoledi' mattina finalmente e' il giorno del "check in" in Antje Brejierstraat. Karin passa a prendermi alle 8 puntualissima e ci fiondiamo nel traffico mattutino del ring zuid, che corrisponde grossomodo a quello che si trova in periferia di Milano la mattina di ferragosto. In 15 minuti, spaventosamente in anticipo, siamo sul posto.
Kelly arriva dopo una decina di minuti, nel frattempo Karin si segna le cose da chiedere fra cui la tessera per i bidoni della spazzatura. L'immondizia qui si scarica in piccoli accessi stradali delle dimensioni di un piccolo cestino (salvo che per le cittadine piu' campagnole dove viene raccolta coi sacchi a bordo strada); il bidone invisibile sottostante viene svuotato poi periodicamente da un camion. Ogni cittadino residente ha una tessera che lo autorizza ad aprire il portellone di solo ingresso (simile a quello dei vestiti usati) per gettare il proprio sacco.
Esaurite le procedure facciamo il giro della casa col tecnico, gli facciamo segnare i problemi riscontrati e finalmente ho le chiavi di casa in mano.

Il secondo appuntamento della giornata e' in comune, dove abbiamo gia' una persona che ci aspetta per espletare tutte le pratiche di registrazione. La ragazza che si occupa di noi e' molto attenta a parlare in inglese chiaro, penso che il suo lavoro in fondo e' accogliere stranieri che si trasferiscono ad Hoofddorp e sembra prendere seriamente il suo compito. Mi spiega bene tutti i documenti di cui ha bisogno ed il motivo per cui li usera'; da parte mia non c'e' nessuna diffidenza, ma comprendo che per molte delle persone che arrivano qui da paesi extraeuropei la nostra burocrazia invadente genera sospetti.
La registrazione e' esaurita in una ventina di minuti, Karin approfitta del tempo che abbiamo per andare ad informarsi circa il permesso di parcheggio; essendo vicini al centro commerciale della citta' (inteso come mall ma anche come le vie di negozi tutto intorno) il posteggio e' gratuito per due ore fra le 9 e le 17. Come residente ho diritto ad un posto per ogni mezzo di mia proprieta', al modico prezzo di 20 (venti) euro all'anno. Colto da un raptus di previdenza mi ricordo di chiedere come fare a bloccare un congruo numero di posti davanti casa per il giorno del trasloco. La ragazza non fa una piega e dice che qui non e' possibile e che semplicemente si puo' lasciare il camion in mezzo alla strada, purche' ci sia sempre qualcuno vicino al veicolo in caso di bisogno. Provo a spiegare che i quattro armadi russi che ci traslocheranno i mobili probabilmente faranno a pezzi qualunque vecchietta chieda di spostare il camion per uscire con la sua utilitaria, ma senza molto successo. Fortunatamente la via e' a fondo chiuso e noi siamo quasi in fondo, quindi c'e' speranza che pochi chiedano di uscire il 14 mattina...

C'e' ancora tempo, mi informo su cosa fare quando Libe e la progenie saranno qui; l'idea e' di registrare la nostra partnership e Karin concorda che e' un'ottima idea che semplifica molto le cose. In pochi minuti ci facciamo dire di quali documenti avremo bisogno; dall'Italia uno solo, che ci costera' pero' le consuete ore al comune. Vorrei che i nostri ottusi governanti italiani potessero sentire con quanto semplice pragmatismo si affrontano le cose qui in Olanda.

Io non riesco a farci l'abitudine.

Io non riesco a farci l'abitudine al residence. Insomma mi sembra sempre di stare in albergo; nonostante sia a tutti gli effetti un appartamento in affitto ho sempre la sensazione che da un momento all'altro debba arrivare qualcuno a fare le pulizie (magari!). Oggi e' il gran giorno in cui finalmente prendero' la residenza ad Hoofddorp, ovvero mi consegnano le chiavi di casa mia, finalmente. Poco importa che dovro' passare una settimana e mezzo a verniciare un numero esagerato di metri quadri di pareti & soffitti. Oggi mi siedero' sul pavimento vuoto di Antje Breierstraat 6, e saro' tranquillo.