lunedì 22 agosto 2011

Mozzarì

Ci sono delle differenze fra l'Italia e l'Olanda. Poi ci sono delle differenze ancora più marcate fra il SUD Italia e l'Olanda. Cominciamo con ordine.

Agosto, Napoli, Capodichino. Mezzogiorno di fuoco. Fa caldo. Tuo padre ti accompagna all'aeroporto dopo pranzo, è domenica ma sai che potrai trovare delle mozzarelle fresche "che passano il controllo" (solo a Napoli, è chiaro). Fuori dall'aeroporto nel parcheggio il mozzarellaio è chiuso ma dentro c'è un commesso, bussi e lo implori di venderti al volo un paio di contenitori; non ha i bocconcini ma prende due mozzarelle da un chilo da un pallet di contenitori di polistirolo già sigillati, pronti per la spedizione. A scanso di equivoci, le infili nel bagaglio in stiva. Questo è il preambolo; mentre aspetto al gate scopro che nell'area duty-free c'è un chiosco dello stesso mozzarellaio, alquanto famoso, che invece ha pure i bocconcini. Non resisto. Due kg di bocconcini si aggiungono, questa volta al bagaglio a mano. Sono tranquillo perchè so che a Roma, dove devo cambiare, la coincidenza è allo stesso gate, quindi non avrò bisogno di passare di nuovo i controlli di sicurezza.

Quando finalmente il volo è pronto (Alitalia, anche se ho pagato KLM grrr!) ci scarrozzano dentro un carro bestiame dalla forma di un bus fino ad un piazzale al centro del deserto d'asfalto dove un aeroplano infuocato attende il suo carico di arrosti. Appena salito mi siedo al mio posto e sento uno strano rumore provenire dalla fiancata destra: il grosso tubo nero che convoglia l'aria condizionata durante la sosta s'è spezzato ed ora come un serpente impazzito frusta il fianco del nostro aereo (sempre più caldo) e spaventa i passeggeri che sulla scaletta cercano di non farsi colpire. Il personale di bordo guarda e ride. Guarda e ride.
Passano i minuti (dieci perlomeno) finchè finalmente qualcuno si decide a spegnere l'aria proveniente dal sottosuolo ed il serpente s'affloscia innocuo al terreno; intanto sull'aereo la temperatura sale sempre di più mentre i passeggeri si affollano ai propri posti. Quando pensavo che nulla potesse andare peggio, il capitano (lo stesso idiota che guardava il tubo e rideva insieme ai suoi stupidi colleghi di bordo) annuncia che per sicurezza è necessario fare dei controlli perchè l'aereo è stato ripetutamente colpito sulla fiancata (mentre lui,  l'idiota, ed i suoi colleghi, deficienti, ridevano e guardavano); tempo di ritardo previsto: 1 ora circa.
Ok, dico, ho tre ore a Roma per la coincidenza.
Anzi no, dice il capitano (l'idiota), non so quanto tempo servirà quindi vi facciamo scendere e vi diamo un voucher che non si sa mai. Quindi perdiamo mezz'ora a scaricare tutti i passeggeri, e con il nostro bel pezzo di carta igienica - voucher ci riaffolliamo sul carro bestiame che ci aspetta sotto. Il carro bestiame non si muove, il caldo aumenta. Passati altri 15-20 minuti il capitano (l'idiota) decide che tutto sommato si può ripartire e che ridateci il voucher e salite a bordo. Il ritardo però a questo punto è salito ancora e calcolo che a Roma avrò si e no 10 minuti per uscire dal gate d'arrivo e correre verso quello di partenza. Inizio ad accusare un certo nervosismo.

Finalmente in volo, le mozzarelle in stiva ed i bocconcini nel bagaglio a mano sopra il sedile cerco di rilassarmi; so che a Roma dovrò correre ma perdio ce la farò, cazzo. Alitalia di merda! Io ho pagato un volo KLM e questo è quello che mi date?
All'atterraggio mi fiondo fuori, ansimando e sudatissimo raggiungo il gate che sta chiamando il mio nome da chissà quanto tempo. Annuncio che arrivo dal LORO stupidissimo volo da Napoli e mi scuso per il LORO ritardo. A questo punto mi dicono che ok, posso salire, ma il mio bagaglio di stiva non arriverà per tempo per essere trasbordato. Ah. E quindi?
E quindi, mi dicono, può partire lo stesso (e il bagaglio? "Non saprei", risponde) oppure c'è un altro volo alle 8 di sera (comodo, no? Tu prenoti per arrivare a casa alle 4 del pomeriggio e loro ti fanno arrivare alle 10 di sera. Se prendevo un treno da Napoli arrivavo prima. Penso alle persone che stanno aspettando a bordo e dico ok, non posso permettermi di avere il bagaglio chissà quando e non voglio lasciare quella gente in attesa. Partite senza di me e amen.

Bene signore, mi dice felice la merda che mi trovo di fronte DOPO aver fatto partire l'aereo KLM, ora però deve uscire dall'area, ritirare il suo bagaglio, rifare il check-in e ripassare i controlli di sicurezza!

BAM!

EH? Come devo uscire, prendere il bagaglio e rientrare?!? Ma sono già qui! Non potete trasferirmi sul volo dopo e amen??  No.
Arriva il responsabile del gate, un ameno vecchietto che sembra il tipo della torre di controllo di Die Hard II. Dico guardi, io di rientrare ed uscire non ci penso proprio, mi sembra di essere stato anche parecchio accomondante lasciando partire il volo, oltretutto ho nel bagaglio a mano delle mozzarelle di bufala che non possono passare il controllo qua a Roma. Al che l'imbecille di prima mi fa: "Signore io le ho dato la scelta: se partiva subito le mandavamo la valigia a casa stasera"

BAM!

Io: "STASERA? E quando mi avrebbe detto che arrivava stasera A CASA MIA? Lei ha detto che NON SAPEVA QUANDO SAREBBE ARRIVATA!"
Risponde placido: "Sì, intendevo non so l'ora esatta, ma certo entro oggi!"

Stronzo.

Die Hard II cerca di raccapezzarsi, io a questo punto sto sudando dal caldo, ansimo per la corsa ed inizio a sentirmi male per la rabbia. Rispiego la situazione cercando di non incazzarmi ma facendo trasparire benissimo che sono incazzato come una biscia e che se pocopoco fanno i furbi partirà la macchina delle lettere di protesta di cui sono maestro; ho già avuto ragione di Cariplo, Telecom Italia, Sky, Tre e Tiscali, loro non saranno più fortunati. Spiego che la colpa è di Alitalia, che io ho un biglietto KLM e che sono affaracci loro farmi arrivare a casa, di certo non perderò le mie mozzarelle di bufala per colpa della loro incompetenza.
Die Hard II sveglia il criceto, soppesa le mie parole e ricompone il puzzle; infine riassume tutto magistralmente: "Quindi se ho ben capito è tutto un problema di mozzarelle?". Sì, rispondo.
Non può prendersi il mio bagaglio a mano in custodia, ma si può prendere i bocconcini e portarmeli al gate stasera. Nel frattempo, da bravo conoscitore, le terrà nel suo ufficio. Non sento puzza di fregatura e penso che in fondo se dovesse fare qualche scherzo saprò fargliela pagare.

Il resto della procedura va all'italiana: dopo mezz'ora di coda scopro che il bagaglio non sarebbe comunque stato mio prima di due ore, ovvero troppo tardi per fare il check-in. Mi fiondo con sicurezza nella lounge supermegapremiumclientidorati fottendomene del mio biglietto di economica ed aggredisco gentilmente la signorina al banco, facendole notare che Alitalia ha fatto una immensa puttanata e faranno bene a muovere le loro chiappette alate per aiutarmi; non ho intenzione di fare la coda insieme a quelli che hanno contestazioni, bagagli perduti o altro: io sono cliente KLM e non Alitalia, e siccome sono ancora in grado di salvare la giornata non mollerò l'osso. Tempo 10 minuti un'hostess KLM (la salvatrice!) arriva e prende in consegna il caso; altri 15 minuti e sto facendo il check-in del mio bagaglio, magicamente recuperato nonostante le due ore di attesa preventivate da Alitalia, e sto scegliendomi il posto. I tarallucci e il vino arriveranno al gate, dove Die Hard II mi consegna felice le mozzarelle e mi augura buon viaggio.

A sera arrivo a casa e mi preparo una caprese coi fiocchi; la pasta filante e calda dei bocconcini si scioglie in bocca, mentre la mozzarella cede il suo latte sotto la lama del coltello. Domani i colleghi faranno la fila per gustare questa prelibatezza chiedendosi se sia mai possibile averne alle nostre latitudini. No, gustatevelo finché ce n'è, da domani si torna al Gouda spacciato per formaggio.

domenica 7 agosto 2011

Gita al mare- Munaron! Cos’è quella faccia? Stai male?
- Non sappiamo nuotare!

Finalmente dopo tanto procrastinare e soprattutto dopo tanto brutto tempo siamo riusciti a pianificare una capatina al mare; da casa nostra la rinomata spiaggia di Bloemendaal Aan Zee (Qualcosa tipo: "cascata di fiori sul mare"), dista appena una dozzina di chilometri. La giornata è ventosa ma almeno c'è il sole, ed a sentire i giornali locali questo è stato il luglio peggiore degli ultimi cento anni ("cos'è che erano?" - "Aaaaanni!") - cerco quindi di avere fiducia che forse agosto sarà un po' più soleggiato, e che magari l'anno prossimo sarà meglio. Intanto decidiamo di giocarcela semplice e non strafare, quindi optiamo solo per un picnic con passeggiata sulla spiaggia. L'unico posto vicino adatto di cui conosco l'esistenza (e la strada) è Bloemendaal, dietro Zandvoort Aan Zee ("sabbia sul mare") che quindi diventa la nostra destinazione.

La giornata non è il massimo, il sole c'è anche, accompagnato da diverse nuvole che minacciano di coprire di tanto in tanto l'unica fonte di calore in una giornata straordinariamente ventosa. Sono circa le dieci e mezza quando facciamo rientrare i gatti in casa e ci prepariamo ad uscire, la massima concessione alla spiaggia sono i sandali ed i pantaloncini corti. Entrambi siamo dotati di felpa perchè è chiaro che farà un po' freddino. Saliamo in auto e ci muoviamo genericamente in direzione di Haarlem e Zandvoort. Il paesaggio, una volta arrivati vicino al mare, è quasi mediterraneo: pini marittimi, collinette coperte di vegetazione asciugata da vento, sole e sabbia. Molti olandesi hanno avuto la nostra stessa idea ma ciononostante il parcheggio è abbastanza libero, paghiamo per due ore e mezza (sappiamo che con quel vento dureremo poco!) e ci dirigiamo verso l'acqua. La zona è molto organizzata, a parte l'ovvio ristorante/hotel con vista, tantissimi localini diurni e night da spiaggia, ma anche un centro di primo soccorso marino (abbiamo assistito in prima persona al salvataggio di un uccello un po' malmesso da parte di un baywatch!) ed una stazione di polizia, il cui compito principale sembra essere impedire che la gente scenda in spiaggia con i cani.


E' ancora troppo presto per mangiare, ed il nostro obiettivo primario è farci una passeggiata sul mare (Andre), magari coi piedi in acqua (Libe). Scegliamo di seguire la direzione del vento e ci incamminiamo sul lungomare verso nord-est; alla nostra destra numerosi baretti all'aperto, rialzati di qualche metro e protetti ai lati da pannelli di vetro, offrono riparo dal vento. In mare poche persone (la maggior parte bambini) ma una gran quantità di kite-surfers; il vento è fortissimo ed i temerari in acqua si alzano spesso di parecchi metri, a me fanno più che altro paura le loro vele che spesso e volentieri si scagliano verso il basso compiendo pericolose cabrate sul bagnasciuga.
Continuando a camminare i localini cedono il passo a curiosi bungalow, palesemente privati, che come piccole e capanne con giardino si affacciano verso il mare. Un po' tutti diversi, danno l'idea di classici abusi edilizi all'italiana (anche se qui sono chiaramente leciti) e da fuori sembrano delle casette con un salottino/cucina, bagno ed una terrazza davanti protetta su tutti i lati. In un posto dove andare al mare significa spesso alternare sole cocente e pioggerelle passeggere, si intuisce il perchè di simili soluzioni; mi chiedo se siano un lusso di qualche riccone o meno, qualcosa tipo i capanni dei pescatori in certe zone d'Italia.


Continuando a camminare siamo arrivati dove la spiagga è totalmente  libera, forse è ora di tornare indietro anche perchè con il vento contrario saremo nella zona protetta giusto per ora di pranzo. Effettivamente è sempre più difficile avanzare in scioltezza, bisogna proprio camminare di buona lena. Ma il mare qui sarà sempre così, col vento che ti soffia la sabbia addosso? La mia felpa, così come le tasche dei miei pantaloncini, è piena di sabbia; siamo quasi arrivati nel punto da cui siamo scesi in spiaggia ed iniziamo a cercare un posto protetto dove sederci a mangiare la nostra insalata di farro, che Libera ha preparato prima di uscire in quantità industriale (ottimo: la porterò in ufficio per pranzo!). Dopo una rapida occhiata, non sembra esistere al momento un luogo adeguato! Cerchiamo quindi di scoprire se un monte di sedie straio possa essere adatto allo scopo e ci sediamo, dopo aver messo a terra un bel telo da mare. Cerchiamo di far finta di niente, ma è palese che no: le sdraio non funzionano un gran ché ed il vento anzi crea un vortice proprio dove siamo seduti noi; ma perdiana oggi siamo finalmente in spiaggia e qui resteremo! Con una mano a tenere il coperchio sul tupperware e l'altra per portare rapidissimamente il cibo alla bocca consumiamo quasi in silenzio il nostro pasto; a chi dovesse vederci ora forse sembriamo due affamati che proteggono il loro cibo dai predatori, ma l'insalata è buona e riusciamo ad evitare la sabbia abbastanza bene. Quando ci alziamo, dopo esserci ripresi un po' sotto il sole, il telo è praticamente sommerso intorno a noi. Stiamo un po' a guardare ridacchiando i bambini che si fanno fregare il pallone dal vento (per centinaia di metri, qui o corri subito o sei perduto!) poi raccogliamo le nostre cose e ci dirigiamo verso la macchina. Tutto sommato è stato piacevole, certo diverso dalle spiagge assolate (e affollate) in Italia, ma comunque riposante.



(Pictures by Libe)