Perche' Un Barile di Olive.

Perche' un barile? Di olive, per giunta? In realta' la spiegazione semplicissima e' che la sensazione di disagio e scoramento che ha portato Andre e Libe a lasciare l'Italia, Paese dei Balocchi per trasferirsi in Olanda, Europa e' descritta egregiamente da questa clip tratta da uno dei miei film preferiti.



Nel 1990 Mediterraneo, cosi' come Marrakech Express prima e Turne' dopo, rappresentava forse la speranza giovane e vitale di cambiamento; crescere e vivere la propria vita in maniera completa, non necessariamente attimo per attimo, ma quel tanto che basta per non rimpiangere troppe occasioni perdute. Un album di foto da sfogliare nei giorni di pioggia. Sempre in quegli anni il professor Keating insegnava ai suoi allievi a cogliere l'attimo, a guardarsi intorno e non dimenticarsi di vivere.

Ecco, forse in questi vent'anni si e' inserito qualcosa che ha riempito i nostri giorni di inutili cianfrusaglie e distrazioni. Un album con troppe, troppe foto. Perche' Berlusconi, la casta di politici corrotti, le varie cricche, i riciclati del post mani pulite, i cafoni alla Sgarbi e gli opportunisti senza vergogna alla Scilipoti, i 57 canali TV con niente dentro, il panem et calcienses distribuito ogni domenica, i tre telefonini pro-capite, le petizioni online per ridurre lo stipendio dei parlamentari ("bastano" 1.000.000 di voti! ... eh si', come no...), i movimenti di grilli e altri ortotteri, le primarie farlocche di un partito che e' l'unico al mondo capace di perdere pure contro se stesso, i contratti da dipendenti travestiti da partite IVA, partite IVA tassate piu' del fatturato grazie a criminali studi di settore, le proteste di allevatori evasori fiscali che si credono vittime, i lamentosi del "evado, senno' come potrei campare?" traducibili con "Evado perche' voglio piu' soldi per comprarmi un SUV", i neofascisti, i qualunquisti, i menomalechesilvioce, le nuove zoccole ed i nuovi zoccoli che si vendono a vecchi porci ricchi e (im)potenti per pochi sesterzi e un passaggio su una TV dove ormai passa chiunque, i delitti in televisione che coinvolgono e commuovono l'intera popolazione con la cadenza delle telenovelas, le guerre per portare la pace, lo stare seduti a guardare uno schermo sentendosi parte di una rivolta che non esiste...

Ecco tutto questo e' distrazione, tutto questo ci coinvolge, indipendentemente da come lo viviamo, e ci impedisce di renderci conto che il tempo passa. Alla mia eta', mio padre aveva gia' due figli (io non ho nemmeno scritto un libro).
Sono passati gia' vent'anni da quando "mani pulite" e le lotte in piazza contro le bombe della mafia hanno coinvolto gli italiani; ed in tutto questo tempo, come dice Lorusso: "non ci hanno lasciato cambiare niente".

Molti, come noi bloccati in situazioni di stallo, senza lavoro o senza prospettive, non "partono" perche' hanno paura. Paura di lasciare il poco o nulla che hanno come se la vita fosse una strada a senso unico, paura di non farcela o forse pigrizia; paura che sia troppo tardi per partire. Io di contro ho avuto paura di non partire, paura di rendermi conto che e' domenica pomeriggio ed ho sprecato il mio unico weekend.
E' stato sufficiente fermarci un attimo e chiederci quali fossero le nostre aspettative per il futuro, figli, case, salute; la soluzione si e' presentata da sola.

"Si sono dimenticati di noi, ecco io voglio dimenticarmi di loro"

Perche' Berlusconi non e' importante, perche' solo uno sciocco potrebbe pensare che l'american way of life cui siamo portati ad aspirare sia compatibile con il vivere in societa', perche' non e' vero che "eh, ma tu parli l'inglese" (imparalo anche tu, io non sono nato anglofono o francofono), perche' se hai una laurea o due e lavori in quel cazzo di call center forse potresti anche andartene, o forse no - ma nel caso non mi interessa: io ho scelto di partire, costruire la mia strada e la mia vita, ho scelto di smettere stare seduto a lamentarmi perche' la nave va a fondo.
Perche' questa e' una guerra fra poveri, una guerra ingiusta; voi combattetela pure, senza sapere per chi. Io diserto.

A.